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San Salvatore da Horta

18 marzo

18 Marzo 2025

Salvatore nacque nel 1520 a Santa Colomba de Farnés, in Catalogna (Spagna). I suoi genitori, benestanti, avevano sperimentato la povertà a causa della malattia. Una volta guariti, avevano deciso di occuparsi e dedicarsi alla cura dei malati e di occuparsi dei bisognosi. Salvatore imparò da loro questa dedizione. Rimasto orfano nell’adolescenza, fu costretto a lasciare il suo paese natale e a trasferirsi a Barcellona con la sorella Blasia, in cerca di lavoro. Non appena quest’ultima si sposò, smise il mestiere di calzolaio e poté dedicarsi al progetto di vita che da tempo custodiva nel cuore: la consacrazione religiosa.

In un primo tempo entrò nell’abbazia benedettina di Montserrat, chiedendo di sperimentare per un periodo di prova la vita dei monaci. Benché costoro l’avessero accolto con grande benevolenza senza badare alla sua umilissima condizione e alla sua ignoranza, Salvatore comprese di non poter realizzare in quel luogo la sua intima, forte vocazione a una vita di umiltà e povertà. 
Questo desiderio trovò compimento dopo l’incontro con i Frati Minori, nella cui fraternità di Barcellona entrò il 3 maggio 1541.
Nel nuovo genere di vita il novizio si distinse presto per la pietà e per la generosità, nonché per la disponibilità e prontezza a ogni tipo di obbedienza e al sacrificio. Dopo la professione religiosa (maggio 1542), venne trasferito nel convento di Santa Maria di Gesù di Tortosa, dove i religiosi avevano fama di osservanza e di austerità. 
Fu qui che il Signore iniziò a illustrare la vita del frate con evidenti miracoli, che si sarebbero manifestati nel corso di tutta la sua vita, con un segno della croce e invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria, guariva alle persone.
Infatti, nel suo servizio di portinaio e di questuante, frate Salvatore incontrava quotidianamente le classi più sofferenti della popolazione, che gli confidavano pene e necessità e si raccomandavano alla sua preghiera. Accadeva allora che alla semplice invocazione dell’Ave Maria e al segno di benedizione da lui impartita, il cielo rispondesse concedendo guarigioni miracolose. 

Tali prodigi finirono con l’attirare una folla sempre più numerosa alla porta del convento, cosa giudicata dai confratelli un pericolo per lo stesso frate Salvatore. I superiori disposero allora il suo trasferimento, prima al convento di Bellguig e successivamente, nel 1559, a Horta, un paesino a nord di Tortosa dove i Frati Minori avevano costruito un piccolo convento nel quale conducevano una vita quasi eremitica, perfetto per custodire nel silenzio i prodigi di Salvatore.
Ma Dio volle che il suo servizio non si offuscasse: in poco tempo la sua fama si diffuse anche ad Horta e centinaia, migliaia di bisognosi si recavano da lui in pellegrinaggio ogni giorno. Fu deciso allora di trasferire nuovamente il frate e di nasconderlo sotto falso nome per non essere riconosciuto; anche l’Inquisizione volle accertarsi che il potere taumaturgico di frate Salvatore venisse veramente da Dio. 

Infine, nel novembre 1565 arrivò in Sardegna (Italia), nella città di Cagliari. Nell’isola trovò finalmente un po’ di pace, sebbene continuassero attorno a lui i prodigi con i quali il Signore glorificava l’umile figlio di San Francesco.
Colpito improvvisamente da una violenta malattia, Salvatore morì a Cagliari il 18 marzo 1567, fra il dolore di tutta la città che ancora oggi ne venera le reliquie nella chiesa di Santa Rosalia.
Dietro richiesta del re Filippo I di Spagna, Paolo V gli accordò il titolo di Beato il 5 febbraio 1606, confermato poi il 29 gennaio 1711 da Papa Clemente XI. Papa Pio XI l’ha solennemente canonizzato il 17 aprile 1938.

Cfr. Frati Minori Santi e Beati, a cura di Fr. Silvano Bracci, OFM e Sr. Antonietta Pozzebon, FMSC. Editrice Velar, 2009, pp. 236-238.

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Santi Francescani
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