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31 maggio, Santa Battista Varano

II Ordine francescano

31 Maggio 2024

Figlia del principe Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino (Marche – Italia), Camilla nacque il 9 aprile 1458. Molte notizie della sua vita si conoscono grazie alla sua autobiografia “Vita spirituale”, raccolta in una lettera che scrisse a Fr. Domenico da Leonessa, che involontariamente aveva dato il via alla sua vocazione.

Infatti, scrive lei stessa, quando era ancora bambina (nel 1466 o 1468), il giorno del Venerdì Santo ascoltò la predica del frate sulla Passione di Gesù: Camilla fu molto colpita dalle sue parole, tant’è che poco dopo fece il voto di versare una lacrima ogni venerdì sulla Passione di Cristo, secondo l’esortazione del predicatore. 
Sebbene fosse una ragazza che non disprezzava gli svaghi di corte e la vita frivola, pian piano quella lacrima produsse preghiera, meditazione, digiuno e impegno a rispettare il voto.
Nonostante qualche contrasto interiore superato con l’assidua preghiera, all’età di 21 anni maturò il desiderio di offrire la sua vita a Cristo, ma suo padre si oppose assiduamente. In quel tempo di lotta, molte furono le esperienze mistiche che il Signore le fece provare e alla fine, il 4 novembre 1481, poté entrare nel monastero delle Sorelle Povere di Santa Chiara a Urbino, assumendo il nome di Battista. Durante il noviziato appuntò le parole udite da Cristo fino allora, riscrivendole nel 1491: è l’opera “I ricordi di Gesù”. 
Per disposizione dei superiori, con otto consorelle lasciò Urbino per il nuovo monastero di Camerino che lei volle fondare sulla Regola di Santa Chiara e dove entrò il 4 gennaio 1484. 

Nell’anno di permanenza al monastero di Urbino, il Signore le aveva rivelato le sofferenze provate nel cuore durante la passione, che diventarono l’argomento principale della sua meditazione. Poco prima dell’agosto 1488 ebbe un’insistente ispirazione a mettere sulla carta quelle rivelazioni: “I dolori mentali di Gesù nella sua Passione” è la sua opera più nota. Per Suor Battista il cuore di Gesù, persona divina, aveva un amore infinito, ma furono infiniti anche i suoi dolori interiori (mentali), che raggiunsero l’apice nel Getsemani.
Anche lei provò questi dolori: dall’ottobre 1488 al 1493 visse il “silenzio di Dio”, un’esperienza mistica di presenza-assenza del Signore, che per lei era tutto, simile all’abbandono che Gesù stesso aveva provato durante la passione. 

Ma le sofferenze non finirono: a seguito dei disordini nell’Italia centrale causati dalle mire espansionistiche di Cesare Borgia, Suor Battista fu costretta a spostarsi alla vicina Fermo, ma non fu accolta; continuò per il Regno di Napoli, ma nel frattempo la sua famiglia fu imprigionata ed uccisa. Quando la sorella sopravvissuta riuscì a restaurare la signoria a Camerino, poté tornare nel monastero, dove più volte fu eletta abbadessa. 
Verso il 1505 – 1506 fu inviata da papa Giulio II a fondare il monastero delle Clarisse di Fermo. 
Nel 1521, dopo lo scisma di Lutero dalla Chiesa romana, Suor Battista scrisse “La purità del cuore”, nel quale criticava i comportamenti “indiscreti” del clero di allora, auspicando una “rinnovazione” nella Chiesa.

Camilla Battista morì il 31 maggio 1524, durante un’epidemia di peste.  
Papa Gregorio XVI ne ha riconosciuto il culto e il titolo di beata il 7 aprile 1843, Benedetto XVI l’ha iscritta nel canone dei santi il 17 ottobre 2010.

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Santi Francescani
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