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Il messaggio della tomba vuota | Lettera del ministro generale in occasione della Santa Pasqua 2021

31 Marzo 2021

Il messaggio della tomba vuota

Miei cari fratelli, Colgo questa solenne occasione per augurare a ciascuno di voi una Pasqua benedetta e santa! Come sentiamo nel brano del Vangelo di Giovanni (Cf. Gv 20,1-9), letto il giorno di Pasqua, tre amici e seguaci di Gesù ebbero tre esperienze molto diverse dell'evento della tomba vuota: Maria di Magdala, Pietro e il famoso "altro discepolo" giovanneo. Nel caso di Maria, vediamo che lei arriva 'mentre è ancora buio', uno dei temi teologici centrali presenti nel Vangelo di Giovanni, la lotta tra la luce (la giustizia) e le tenebre (tutto ciò che non è di Dio). Lei è una donna sofferente per la perdita del suo Maestro e amico. Questo è molto probabilmente il motivo per cui è tornata alla tomba, per piangere la morte di Gesù e per cercare risposte alle domande che tormentano la sua mente e il suo cuore. Ciò che vede, tuttavia, provoca una reazione più profonda, una reazione di paura, la paura che coloro che hanno intenzioni malvagie abbiano rubato il corpo di Gesù. È questa, forse, la ragione che la spinge a tornare di corsa in compagnia dei discepoli e per informare loro quello che i suoi occhi hanno visto. L'"altro discepolo", "quello che Gesù amava", è la seconda persona ad arrivare alla tomba, precedendo Pietro. Forse perché lui era più giovane, aspetta fuori dalla tomba, aspettando rispettosamente l'arrivo del compagno più anziano. Solo dopo l'arrivo di Pietro e l'ingresso nella tomba, questo "altro discepolo" osa entrare nello spazio sacro. Quando questo "altro discepolo" finalmente entra nella tomba, qualcosa accade nella sua vita. Succede il riconoscimento che Dio sta facendo qualcosa di grande in e attraverso Gesù - "vide e credette" - ma non era ancora chiaro cosa significassero questi eventi e quale differenza avrebbero fatto nella sua vita. Molti studiosi biblici coincidono nell’affermare che quest’"altro discepolo" rappresenta ognuno di noi che siamo seguaci del Signore Gesù risorto. Come questo "discepolo", forse anche noi ci troviamo in momenti diversi della nostra vita a correre alla ricerca di risposte alle domande della vita, che sono diventate ancora più evidenti in questi tempi di pandemia del COVID-19. Forse noi, come l'"altro discepolo", siamo arrivati a percepire nel vuoto, nella paura e nell'isolamento provocati dalla pandemia qualcosa di diverso nelle nostre vite, nel nostro mondo, qualcosa che chiede una conversione più profonda, una verità più grande, una giustizia e una pace più profonde per poter veramente "vedere e credere". In cosa consiste questo vedere e credere? Forse, è la convinzione che Dio è qui, che la speranza è vicina, che l'amore di Dio in Gesù è un amore che si estende a tutte le persone e a tutto il creato, è più forte della minaccia della pandemia, la minaccia della malattia e della morte! Il terzo testimone di questi eventi è Pietro, colui che negò di conoscere Gesù durante il processo, la condanna e la crocifissione. Forse il suo silenzio è il risultato dei suoi sentimenti di colpa, vergogna e totale inadeguatezza. Questi sentimenti spesso provocano il silenzio. Egli era solo uno dei molti discepoli e amici che avevano abbandonato Gesù nell'ora più buia. Non c'è una confessione di fede da parte di Pietro, come nel caso dell'"altro discepolo". Piuttosto, egli raccoglie informazioni e poi ritorna alla "stanza chiusa a chiave" dove lui e gli altri discepoli e amici di Gesù si erano rifugiati. È probabile che abbiano discusso insieme di ciò che avevano visto e sentito. Tuttavia, il vuoto della tomba, il suo messaggio, non aveva ancora penetrato i grossi scudi protettivi che Pietro, i discepoli e i seguaci di Gesù, e che noi spesso costruiamo per proteggerci da ciò che percepiamo come un pericolo, una minaccia, ciò che provoca paura, confusione, rabbia e persino disperazione. Miei cari fratelli, sarebbe stato più rincuorante per me parlare della seconda parte del capitolo 20 del Vangelo di San Giovanni, che, secondo molti studiosi delle Scritture, fu aggiunto in un momento successivo quasi a riscattare gli impenetrabili eventi della sofferenza e della morte di Gesù dimostrando ai discepoli la presenza viva del corpo risorto di Gesù. Tuttavia, credo che questo primo "incontro" con la tomba vuota ci fornisca un importante strumento per riflettere sulla nostra esperienza vissuta con la pandemia COVID-19. Chiaramente, l'oscurità ha coperto la terra, proprio come nei tempi primordiali prima che Dio facesse emergere l'ordine dal caos (Gn 1,2). Insieme a tutta l'umanità, abbiamo vissuto le minacce di caos e di vuoto provocate dalla pandemia COVID-19. Ci siamo trovati isolati, privi di contatti fisici. Abbiamo dovuto indossare degli "scudi" per proteggerci dall'ignoto ma sempre presente pericolo in agguato di un organismo invisibile capace di farci grandi danni - fisicamente, mentalmente, spiritualmente, socialmente, economicamente e in tutti gli altri modi. Mentre ci prepariamo ad essere vaccinati per proteggerci, riconosciamo anche che ci sono ancora troppe cose sconosciute sul virus per permettere di abbassare la guardia. La notte oscura non è ancora finita. Il messaggio della Pasqua è un messaggio che porta speranza e ispira coraggio a tutti coloro che professano la fede nell'amato Figlio di Dio, Gesù. La tomba vuota non ci fornisce risposte. Piuttosto, crea uno spazio in cui possiamo porre domande difficili. Fornisce un luogo in cui possiamo trovarci faccia a faccia con tutto ciò che ci causa paura, tutto ciò che ci spinge a scegliere l'isolamento da Dio, dagli altri e perfino da noi stessi, invece di scegliere la strada verso un'autentica fraternità con Dio e con gli altri. Alla fine, la promessa della risurrezione ci dà speranza. Tuttavia, questa speranza non è solo il risultato di qualcosa che viene da fuori di noi, dal credere nel potere della grazia e dell'amore di Dio. È, alla fine, il risultato di una decisione che prendiamo all'interno delle nostre menti e dei nostri cuori per accogliere e abbracciare Colui che ha abbracciato la morte per poter condurre tutti noi verso un'esperienza autentica di ciò che significa essere vivi. La resurrezione di Gesù ci presenta una scelta radicale - vivere quotidianamente nella potenza dell'amore di Dio che è più forte degli effetti crudeli e schiavizzanti dell'ingiustizia, del razzismo, dell'odio, della violenza e di una terra desolata spirituale. O di vivere nell'indifferenza, nella paura e nella mancanza di speranza offerte da tutto ciò che si oppone alla giustizia, alla santità, alla bontà e alla verità. Che l'amore e la pace che Gesù offre a tutti coloro che ripongono la loro fiducia in Lui ci riempia di gioia e ci rafforzi nella nostra determinazione ad abbracciare la via della croce, la via del Vangelo, ad abbracciare anche la tomba vuota. Che come Maria di Magdala, "l'altro discepolo", e Pietro, possiamo sperimentare cosa significa veramente essere vivi in Cristo Gesù. Benedizioni di gioia pasquale a voi, miei cari Fratelli, e anche a voi, mie care Sorelle Clarisse e Concezioniste di clausura. Continuiamo anche a pregare perché la grazia amorosa di Dio si riversi sul nostro Capitolo generale. Auguri di Buona e Santa Pasqua!   28 marzo 2021 Domenica delle Palme

Fr. Michael A. Perry, OFM  Ministro Generale e Servo

 

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    Prot. 110387 Opera d’arte: Fra Angelico, Resurrezione di Gesù e le donne al sepolcro vuoto.
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Lettere e omelie
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