Alla fine del mese di giugno ho visitato la Provincia di Santa Barbara negli USA. Ho conosciuto da vicino i fratelli che vivono in questa terra molto ricca, multiculturale, con la presenza di poveri e di migranti, che i frati accolgono e servono in diversi modi, molto belli.
Non lo fanno da soli, ma condividendo il carisma e la missione con tanti laici.
Ho potuto anche verificare ancora più da vicino il cammino verso la nuova Provincia “Nostra Signora di Guadalupe”, che dal 17 ottobre prossimo unirà cinque delle attuali sette Province negli USA. I frati hanno scelto di affrontare un futuro diverso non rassegnandosi alla diminuzione numerica e alla perdita di luoghi e di missioni. L’obiettivo è quello di rivitalizzare la vita francescana negli USA, mentre si ristruttura la nostra presenza. In questo senso, un cammino del genere è un segno di speranza per tutti nell’Ordine. Leggere con sapienza i segni dei tempi alla luce della fede in Cristo morto e risuscitato ci porta ad attraversare con fede e capacità di visione e di scelta le nostre situazioni di bene e di crisi.
Questo stesso cammino interessa altre entità dell’Ordine e ci interroga su come vogliamo vivere questo momento particolare della nostra storia, che ha conosciuto già tante trasformazioni. Diversi tra noi hanno paura che su questa strada l’Ordine muoia in diverse zone. Alcuni pensano forse che bisognerebbe “resistere” finché è possibile.
Guardando con attenzione e con fede questi percorsi, mi sento di dire a tutti che sta nascendo un altro modo di esistenza e di missione di noi Frati Minori. Non basta “mantenere” a tutti i costi e, del resto, non ci riusciamo più. Occorre invece contribuire a generare forme nuove per vivere e servire come fratelli e minori il nostro tempo. Per questo abbiamo bisogno di una “riforma”, di un cambiamento profondo e non solo di facciata. Ritrovare la forma del Vangelo vissuto come fratelli, contemplativi in missione, con un di più di slancio e di gioia, che solo la fede sa generare. Come fare? Non dispongo di ricette magiche.
Dobbiamo chiederci se lo vogliamo veramente o se le cose ci stanno bene come sono. Verificare ancora se l’esperienza della fede è il motore che ci muove e ci fa osare passi di conversione. Non possiamo fare tutto ciò da soli, ma in stile sinodale, mettendoci in ascolto della volontà di Dio, nel dialogo tra noi, nell’ascolto cordiale dei laici e di non poche persone di buona volontà.
Lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine, ce lo chiede. Ci infonda freschezza di fede e coraggio per alimentare questo sguardo nuovo.
