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Le comunità Interobbedienziali

Il cammino per l’unità francescana, sulle orme di Francesco

24 Agosto 2023

La comunità interobbedienziale è una comunità formata da frati appartenenti a famiglie francescane diverse (Frati Minori, Conventuali e Cappuccini). In tutto il mondo esistono solo due comunità di questo genere e si trovano entrambe in Italia, ad Assisi e a Rieti: servono la chiesa, le persone, i bisognosi e le necessità del popolo di Dio con spirito di servizio.

Obiettivo delle nascenti comunità era quello di riconciliazione con la storia dei carismi e delle famiglie francescane di Assisi, anche nell’ottica di due centenari importanti (ad oggi trascorsi): nel 2016 ricorreva infatti il ‘perdono di Assisi’, 8 secoli dopo il 1216; e nel 2017 ricorrevano i 5 secoli dalla Bolla di Papa Leone X «Ite vos in vineam meam» del 1517 che ha comportato una divisione importante all’interno delle famiglie Francescane. Con la bolla ‘Ite vos’ si separavano definitivamente i Frati Conventuali dagli Osservanti, incorporando a questi ultimi tutte le altre congregazioni francescane esistenti, col titolo di «Ordine dei Frati Minori».

La creazione di comunità interobbedienziali è il compimento di un percorso nato dalla spinta di Papa Francesco che il 4 ottobre 2013, rivolgendosi ai Ministri Generali dei quattro ordini (compreso l’Ordine Francescano Secolare) presso la Tomba di San Francesco in Assisi, li aveva incoraggiati con decisione: “Bravi, dovete rimanere uniti”. 

Sempre il Pontefice, nel novembre 2017 incontrando 400 membri delle Famiglie Francescane del Primo Ordine e del Terzo Ordine Regolare nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, ha fatto un esplicito riferimento al percorso in atto. “Senza misericordia non c’è né fraternità, né minorità”, disse in quell’occasione Bergoglio, ricordando ai frati che “mentre la giustizia vi porterà a riconoscere i diritti di ciascuno, la carità trascende questi diritti e vi chiama alla comunione fraterna, perché non sono i diritti che voi amate, ma i fratelli, che dovete accogliere con rispetto, comprensione e misericordia: i fratelli sono importanti, non le strutture”.

“Ritengo che le comunità interobbenziali siano un segno importante della nostra comunione carismatica – ha affermato Fr. Massimo Fusarelli, Ministro Generale OFM - che va al di là delle differenze storiche e anche delle nostre divisioni, che nel passato hanno avuto tanto peso. È un modo per essere oggi una fraternità dedicata alla missione, a partire dalla comune radice evangelica, per elaborare, con l’aiuto dello Spirito, un punto di vista comune”. 

Ad Assisi la comunità si trova presso il santuario di Chiesa Nuova (casa paterna di Francesco); è attiva da 4 anni ed è formata da 3 frati minori, 2 conventuali e un frate cappuccino. “Abbiamo puntato sulla preghiera in comune vivendo in un santuario: una preghiera fatta insieme e con il popolo di Dio”, ci dice Fr. Rosario Gugliotta, OFM, che prosegue: “Vogliamo essere segno visibile di unità, di superamento delle divisioni e delle dualità del passato, nel desiderio di vivere in comunione, essendo tutti figli di Francesco. Nella differenza del carisma ci sono delle differenze più legate alle tradizioni, alle impostazioni delle proprie province. I fratelli conventuali hanno più marcato l’aspetto della fraternità, noi dell’identità, i fratelli cappuccini più nella missione. Serviamo la Chiesa e le opere locali come possiamo e senza sosta. Ognuno aiuta con diversi servizi. Le differenze di carisma sono ricchezza per il popolo di Dio, ma non sono un limite, bensì sono le sensibilità personali che possono rappresentare, anche all’interno dello stesso ordine religioso, una maggiore criticità”. 

La comunità di Assisi è anche una comunità internazionale, con fratelli che provengono da Indonesia, Libano, Slovenia e Brasile.

A Rieti la comunità è attiva dal dicembre 2017 ed è formata da tre frati: un conventuale, un minore e un cappuccino. Nella missiva che all’epoca scrissero i Ministri Provinciali (Fr. Luigi Recchia OFM, P. Franco Bonamano CONV, e P. Gianfranco Palmisani CAPP) al Vescovo della diocesi di Rieti, Mons. Domenico Pompili, si legge: “Caro Vescovo Domenico, abbiamo condiviso e approvato l’idea di far nascere in Rieti, uno dei loci francescani delle origini, una comunità interobbedienziale. Siamo consapevoli che la nascita di questa comunità rappresenti uno tra i frutti profetici di un cammino che sottolinea il primato del Vangelo, la cui gioia attende la nostra società convulsa e assetata di Dio. I tre frati designati potranno conoscersi e stabilire insieme i compiti che li attendono in ordine alla loro presenza, che avrà un valore di accoglienza, di custodia dell’antica chiesa di san Francesco e di valorizzazione del percorso francescano della Valle Santa”. 

Il 7 dicembre 2017, vigilia della solennità dell’Immacolata, Regina e Patrona dell’Ordine Serafico, furono gli stessi Ministri provinciali ad accompagnare i frati della comunità, che si stabilirono presso San Rufo, struttura messa a disposizione dalla Diocesi, nel cuore di Rieti e del centro d’Italia.

“Siamo nati per volontà dell’allora Vescovo don Domenico Pompili, e siamo ospitati in una struttura non nostra, che significa ulteriore dipendenza, ma anche libertà dalla gestione delle strutture”, ha detto Fr. Marcello Bonforte, OFM, che ha aggiunto: “Facciamo e svolgiamo con gioia tutti i servizi che ci vengono richiesti per stare accanto alle persone. Le differenze sia personali che di carisma non sono un limite. Oggi non siamo un ente ben definito, occorrerà dopo alcuni anni valutare e guardare bene a questo nuovo soggetto a cui abbiamo dato vita. Le cose vanno bene, occorre guardarci come un’esperienza portatrice di un seme bello per il futuro. Oggi è vivo più che mail il dialogo e il servizio che offriamo alla chiesa locale e con il Vescovo. Siamo impegnati nel costruire mutue relazioni con la Chiesa locale, e non mute”.

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Famiglia francescana OFM nel Mondo
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