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Santi Protomartiri dell’Ordine francescano

16 gennaio, i primi missionari martiri dell’Ordine

16 Gennaio 2024

L’Ordine dei Frati Minori festeggia i confratelli che per primi hanno versato il sangue a testimonianza della fede cristiana.

Nel Capitolo generale delle stuoie celebrato nella Pentecoste del 1219, Francesco diede licenza ai frati Ottone, Berardo, Vitale, Pietro, Accursio e Adiuto di andare a predicare il Vangelo ai Saraceni del Marocco, mentre egli si sarebbe recato con i crociati in Palestina per visitare i Luoghi Santi e portarvi il Vangelo.

I sei missionari si diressero a piedi verso la Spagna; giunti nel regno di Aragona, Vitale, superiore della spedizione, cadde malato e dovette ritirarsi, ma ciò non impedì agli altri cinque frati di proseguire il cammino sotto la guida di Berardo.

Arrivati in Spagna, la attraversarono fino ad arrivare a Siviglia, all’epoca capitale dell’omonimo regno arabo. Si diressero subito nella principale moschea e iniziarono a predicare il Vangelo contro l’islamismo: furono presi per folli, malmenati e portati al cospetto del re, il quale, dopo averli ascoltati di malavoglia, li fece imprigionare per poi essere giustiziati. Su consiglio di suo figlio, il re li sottopose al giudizio del tribunale: i frati espressero il desiderio di potersi recare in Africa, in Marocco, e il sovrano acconsentì. 

Anche qui i missionari predicavano liberamente il Vangelo contro Maometto e l’Islam (Bernardo conosceva la lingua locale); il sultano del Marocco Abu Yacub più volte li fece arrestare, ma essi riuscivano ad uscire anche grazie alla mediazione di Don Pedro Fernando, fratello del re di Portogallo Alfonso II e loro benefattore.

Continuarono perciò a predicare apertamente nonostante la proibizione del re, che decise infine di consegnarli alla mercè del popolo affinché fossero malmenati e umiliati. I francescani sopportarono questi tormenti con tale fortezza d’animo che il sultano Abu Yacub, ammirato per tanta pazienza e rassegnazione, tentò di convincerli ad abbracciare l’Islam promettendo ricchezze, onori e piaceri. I frati però respinsero ogni lusinga e perseverarono imperterriti nell’esaltare la religione cristiana a scapito di quella musulmana: il sultano non resistette oltre e, incollerito, decapitò egli stesso con la sua scimitarra i cinque missionari nella sua corte di Marrakech: era il 16 gennaio 1220.

Il popolo si impadronì subito dei corpi e delle teste dei Martiri gettati fuori del palazzo reale e, tra urla e oltraggi di ogni genere, li trascinò per le vie della città, per esporli infine sopra un letamaio in balia di cani ed uccelli. Un provvidenziale temporale mise però in fuga quella gente, permettendo ai cristiani di recuperare i resti dei frati e trasportarli nella residenza dell’infante Pedro di Portogallo, che pose le teste e i corpi in due casse d’argento e li portò con sé in patria.

Il principe portò le preziose reliquie alla chiesa del monastero reale di Santa Croce di Coimbra, dove furono accolte con solenne ossequio dal re e dalla regina e dal popolo, e in questo luogo sono tuttora venerate.

Il martirio dei Francescani fece maturare nel giovane sacerdote Fernando da Lisbona, dell’Ordine dei Canonici Regolari di Sant’Agostino, di passare all’Ordine dei Frati Minori: si trattava di quello che oggi conosciamo e veneriamo come Sant’Antonio di Padova.

Papa Sisto IV li canonizzò con bolla Cum alias animo il 7 agosto 1481.

Da Frati Minori Santi e Beati, a cura di Fr. Silvano Bracci, OFM e Sr. Antonietta Pozzebon, FMSC. Editrice Velar, 2009, pp.19-22.

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Santi Francescani
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