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Trasformando le nostre memorie storiche in sentieri di santa novità: Omelia del Ministro generale alla Nuova Provincia di S. Bonaventura

12 Maggio 2017

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna…” (Gv 10,27-28).

Carissimi fratelli della nuova Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori, Il brano evangelico di Giovanni proclamato oggi scaturisce dal racconto che precede del Buon Pastore, dove viene messa in evidenza la stretta vicinanza del pastore al suo gregge, ossia del Signore Gesù ai suoi discepoli. È una narrazione che parla di relazione, riprendendo la metafora, usata fin dagli inizi del Vangelo, attraverso la quale san Giovanni veicola il significato del vivere alla luce di Gesù Cristo come discepoli e figli di Dio: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio” (Gv 1,1). Tutto avviene all’interno della profonda e ininterrotta relazione di cui Gesù gode con il Padre e lo Spirito nella Trinità. Questo racconto di relazione continua anche nei versetti 23-27. I discepoli sono chiamati ad aprire gli orecchi, gli occhi e il cuore alla voce del Signore. E questa chiamata riecheggia il testo dello Shemà, Israel, ossia Deuteronomio 6,4-5: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze”. Nel contesto della Festa della Dedicazione, Hannukkah, si sottolinea che il Signore Dio sente e ascolta il grido del suo popolo e interviene per salvarlo dalla morte. È Dio che ha mutato il lamento in danza e ha rivestito di gioia il suo popolo (cf. Sal 30,12). Dio non si allontana mai dal suo popolo. Dio resta sempre presente in mezzo ai suoi, anzi, sempre molto vicino. L’olio di oliva miracoloso e la Menorah sono un ricordo della speciale relazione che il popolo eletto ha con Dio a motivo del suo amore e della sua misericordia. Questa relazione speciale è frutto della vittoria della luce di Dio sulle tenebre ed è una storia di alleanza permanente, attraverso la quale Dio invita il suo popolo a vivere in una profonda e duratura amicizia, radicata nella fiducia e nella disponibilità ad accedere all’orizzonte della creatività di Dio stesso. Allo stesso tempo il testo evangelico rivela una tensione irrisolta tra quanto Dio cerca di compiere in noi e quanto noi siamo disposti o in grado di accogliere, sia a livello personale che comunitario. Si tratta della fiducia rispetto alla disponibilità a collaborare con la grazia salvifica di Dio. L’invito ad ascoltare la voce del Maestro e ad entrare in una più profonda comunione con il Buon Pastore è un dono che viene da Dio. Solo con gli occhi della fede possiamo riconoscere la vera identità di Gesù, la sua missione e la travolgente esperienza della relazione di misericordia, di amore e di fiducia che Egli offre a ciascuno di noi. È Dio che rende possibile questa relazione, senza costringerci ad accettarla. Anzi, non fa altro che continuare ad invitarci a entrare in quest’amicizia di alleanza attraverso suo Figlio (Gv 10,29). Quest’iniziativa divina spinge il nostro cuore a gridare “Abbà, Padre”, generando nuova vita in ciascuno di noi. Oggi quest’invito a lasciare che la nostra vita venga rinnovata si concretizza nella nascita della nuova Provincia di San Bonaventura. Per questo motivo ritorniamo in un santuario che ci parla della possibilità di dedicare nuovamente la nostra vita ad ascoltare la voce di Dio, il quale si fa sentire attraverso il dono dell’Incarnazione. Infatti, proprio qui a Greccio con i suoi primi compagni e i suoi amici san Francesco ha celebrato la luce e la speranza che entrano in un mondo lacerato dalle forze della divisione, dalla violenza, dalla mancanza di fiducia e dal senso di progressivo allontanamento del popolo da Dio. Riconosciamo che proprio qui, in questa grotta su questa montagna, si è concretizzata ancora una volta e ha preso realmente carne la speciale storia d’amore di Dio con il suo popolo, nella rievocazione plastica della nascita di Gesù. Per Francesco non si trattava solo di uno spettacolo teatrale, con il quale fare memoria di un evento sacro distante nello spazio e nel tempo. In quella rievocazione Dio è ritornato sotto le spoglie di un neonato e si è avvicinato ancora una volta al suo popolo, a coloro che si erano radunati qui per rivivere quell’evento indimenticabile, a tutti i Frati dell’Ordine, sia quelli dell’epoca che i seguenti, a tutti i membri del Popolo di Dio, a tutta l’umanità e all’intero creato, rivelando ancora e sempre il suo amore accanito e la sua fedeltà inarrestabile. Carissimi Fratelli, come Francesco, i suoi confratelli e i fedeli radunati a Greccio per la rievocazione del grande evento dell’offerta d’amore e d’amicizia da parte di Dio attraverso l’Incarnazione, anche noi ci siamo radunati qui per fare esperienza di una nuova nascita per ciascuno dei Fratelli delle due ormai ex-Province, adesso unite in una sola. Come Francesco siamo chiamati ad ascoltare attentamente la voce del Signore Gesù, il Buon Pastore, che continua a parlare anche al nostro cuore, trasformando le nostre memorie storiche in sentieri di santa novità. Questa stessa voce ci invita ad entrare in una relazione di sempre più profonda fiducia nei confronti di Dio e reciprocamente tra di noi. Questa stessa voce ci invita a renderci sempre più disponibili ad abbandonare tutto, come Francesco e i suoi primi Fratelli, tenendo lo sguardo fisso solo su Gesù e seguendo le sue orme. Francesco, proprio a ragione di questa sua disponibilità all’ascolto della voce di Dio, condivisa con i fratelli e che gli consentiva di discernere quanto Dio operava in mezzo a loro, è stato in grado di partire verso nuovi orizzonti e di intraprendere iniziative assolutamente nuove. Infatti, è solo mettendoci in ascolto che possiamo riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi. Ed è questa presenza che ci rende capaci di vivere una relazione di fiducia permanente: nei confronti di Dio, nei confronti dei fratelli, nei confronti di tutti e nei confronti di noi stessi, proprio come è accaduto ai primi discepoli di Gesù e nella vita di Francesco e dei suoi primi compagni. Tutta questa fiducia ci permetterà di liberarci da tutte le nostre paure e di abbracciare il sogno che Dio ha per noi, il sogno di Dio per la nuova Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori. Carissimi fratelli, vi invito a lasciar andare ogni vostra paura e ogni vostra preoccupazione e vi sollecito a riporre tutta la vostra fiducia in Dio che ha salvato il suo popolo dalla morte e dalla distruzione e li ha invitati a rituffarsi in una vita di amore e di fiducia in lui e nel prossimo. Papa Giovanni XXIII ha scritto: “Non consultate le vostre paure, ma le vostre speranze e i vostri sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare”. Con questo spirito vi invito, fratelli carissimi, a investire tutte le vostre energie nell’ascolto della voce del Buon Pastore che dimora nel cuore di ognuno di voi, membri della nuova Provincia, e nel cuore di tutti coloro che sono stati chiamati a servirvi come Ministri e fratelli. Questa voce di amore e di misericordia vi permetta di modellare al meglio la vostra vita di condiscepoli e co-missionari chiamati ad uscire verso le periferie con il messaggio della gioia profonda che fa ardere e infiamma il vostro cuore.   (Greccio, 9/05/2017)  
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Lettere e omelie
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